Siamo tutti dimenticabili, i 'grandi' li ricordiamo perchè bisogna portare a casa un bel voto da scuola.

Mese: Agosto 2014

La primavera di Mango

(Da http://www.rockol.it/news-604389/mango-nuovo-album-l-amore-e-invisibile-intervista)

Sarà consegnato al mercato il prossimo 27 maggio il nuovo album in studio di Mango, “L’amore è invisibile”. Il disco è il secondo capitolo del viaggio alla riscoperta dei classici della canzone d’autore che Mango ha intrapreso, nel 2012, con il precedente “Acchiappanuvole” e contiene dieci… Leggi tutto

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Mango presenta 'L'amore è invisibile': 'Un caleidoscopio di intenzioni musicali'

 
 

Mango presenta ‘L’amore è invisibile’: ‘Un caleidoscopio di intenzioni musicali’

Sarà consegnato al mercato il prossimo 27 maggio il nuovo album in studio di Mango, “L’amore è invisibile”. Il disco è il secondo capitolo del viaggio alla riscoperta dei classici della canzone d’autore che Mango ha intrapreso, nel 2012, con il precedente “Acchiappanuvole” e contiene dieci reinterpretazioni di classici italiani ed internazionali, in aggiunta di tre brani inediti tra cui “L’amore è invisibile”: “Il disco prende il titolo proprio da questo brano, che riesce a racchiudere in sé l’intero significato di questo lavoro, una sorta di percorso senza punto d’arrivo”, spiega Mango a Rockol, “L’amore è invisibile perché è una continua ricerca, non è qualcosa di stabile: è la ricerca di un’appartenenza, un concetto molto importante per capire questo mio ventunesimo album in studio. Ecco, se c’è un filo conduttore che lega tra loro queste tredici canzoni è proprio la necessità dell’appartenere a qualcosa, a tutto quello che ci circonda in un determinato momento. E’ un tema interessante, che dal particolare si estende fino all’universale”. A detta dello stesso cantautore, “L’amore invisibile” può essere definito come un “caleidoscopio di intenzioni musicali, un dipinto cubista nel quale si abbracciano De André, i Beatles, Pino Daniele, gli U2, Battisti”; il tema dell’abbraccio emerge già dalla copertina del disco, come ci fa notare proprio Mango: “Tra i tanti progetti che mi sono stati presentati dall’artista che ha curato il booklet del disco, ho voluto scegliere questo – che ritrae due persone nel momento in cui si abbracciano – perché mi apparteneva di più e perché mi ha trasmesso lo stesso senso di calore che mi hanno trasmesso le canzoni che ho voluto reinterpretare in questo disco”.

 

“L’amore è invisibile” è prodotto dallo stesso Mango insieme a Rocco Petruzzi e Carlo De Bei, è stato registrato presso gli Isola Studios di Milano e missato presso gli Alari Park (Cernusco sul Naviglio, nella provincia milanese): “Non si tratta di un semplice album di cover”, ci tiene a a sottolineare la voce di “Lei verrà”, “ma di un vero e proprio album in studio di Mango. Mi sono approcciato a questi dieci brani cercando di coglierne il significato più profondo, il cuore; l’ho fatto svestendoli di tutto, con l’obiettivo di riuscire a rivivere la stessa emozione che hanno provato gli autori al momento della loro scrittura. Una volta colto il senso ultimo di ogni canzone, ho cominciato a rivestirla con abiti diversi rispetto a quelli originali: sono partito, insomma, da un’interpretazione soggettiva di ognuno di questi brani che poi si è tramutata in una reinterpretazione degli stessi. Sarebbe interessante poter far ascoltare agli autori di queste canzoni le mie reinterpretazioni, per scoprire cosa ne pensano del lavoro”. Il rischio di apparire, agli occhi del pubblico, come un semplice disco di cover, tuttavia, è molto alto (vista anche la popolarità dei brani che compongono la tracklist de “L’amore è invisibile” – si va da “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André a “One” degli U2, passando per “Fields of gold” di Sting e “Scrivimi” di Nino Buonocore) e Mango ne è consapevole, ma sembra non curarsene più di tanto: “E’ vero, potrebbe succedere che il pubblico scambi questo album per un qualunque album di cover, ma non capisco perché dovrebbe farlo. So bene che il disco contiene brani già molto noti al pubblico, ma questi sono stati rivisitati in versioni totalmente inedite, nuove, quasi come se si trattasse di inediti”.

Discorso a parte meritano i tre brani originali scritti da Mango, “L’amore è invisibile”, “Ragazze delle canzoni” e “Fiore bel fiore”. La prima, che apre l’ascolto del disco, è una canzone caratterizzata da un sound di ballata americana, con intrecci di pianoforte e chitarre e con un testo che tratta del “concetto d’amore e dell’anelito eterno dell’essere umano nei confronti del sentimento”; si tratta di un brano che, a livello anche visivo, avrebbe reso molto sul palco dell’Ariston di Sanremo (nei giorni precedenti a quello dell’annuncio dei Big del Festival, quest’anno, la partecipazione di Mango era data per certa): “La mia casa discografica, la Sony, mi aveva proposto di presentarmi in gara al Festival con un altro progetto che non ha nulla da condividere con ‘L’amore è invisibile'”, rivela il cantautore, “ma mi sono opposto e ho fatto del tutto per non partecipare alla kermesse. Il Festival di Sanremo, nel corso degli anni, si è trasformato (dal prodotto musicale che era) in un prodotto televisivo, è un gioco che serve a fare spettacolo, è falso”.

 

Mango presenterà dal vivo i brani contenuti all’interno de “L’amore invisibile” attraverso un tour, in partenza alla fine di giugno, che porterà il cantautore a girare l’Italia fino alla fine di settembre: “Per i mesi invernali, invece, spero che si riesca ad organizzare un bel tour teatrale”, dichiara al termine della chiacchierata Mango.

18 Novembre 2011 - Teatro Rossini - Civitanova Marche (Mc) - Mango in concerto
18 Novembre 2011 – Teatro Rossini – Civitanova Marche (Mc) – Mango in concerto
Per l’autunno o per fine estate, inoltre, si attende il nuovo album del cantautore Mimmo Parisi il quale, insieme a Marco Ligabue e Gianluca Grignani, ha licenziato come assaggio della nuova produzione, un singolo che, nel caso di Parisi, si chiama Dammi una mano.
 

(di Mattia Marzi)

 

Fabi-Silvestri-Gazzè, un trio… trionfale!

 

Il padrone della festa, dal 19 settembre

(ANSA) – ROMA, 29 LUG – “Il nostro disco non e’ piu’ solo un’idea, un esperimento, un’ipotesi. Ora c’e’ davvero, e ha anche un titolo. Persino una copertina”. Daniele Silvestri, a nome anche di Niccolo’ Fabi e Max Gazze’, ha annunciato sui social network la fine del lavoro in studio dell’inconsueto trio. E pezzo dopo pezzo, il puzzle del progetto musicale che vede riuniti i tra artisti romani, si va cosi’ componendo. I fan sono stati i primi a scoprire copertina e titolo dell’album che uscira’ il 19 settembre per Sony Music: Il padrone della festa. Sulla cover campeggia un albero rovesciato, con le radici – sulle quali sono incisi i nomi dei tre – che prendono il posto della chioma e viceversa. Ma basta girare l’immagine di 180 gradi e la prospettiva cambia. Dai rami penzolano un cuore pulsante, una mano con l’indice puntato, un nido con un uccellino, una bottiglia di veleno, un guerriero a cavallo, una farfalla, un paio di forbici e dolciumi di vario tipo: un albero della vita teorizzato dalla superband.

I tre, nella loro carriera, hanno incrociato piu’ volte le loro strade, come le radici dell’albero, ma e’ la prima volta che danno vita a un progetto unitario che raccoglie la loro storia, le loro esperienze: nel disco ci sono brani cantati e suonati a sei mani con tutto l’entusiasmo e la voglia di scrivere di quando si inizia. “Sappiamo che stavate aspettando da mesi di sapere qualcosa in piu’ – scrivono i musicisti sulla pagina Facebook dedicata al progetto -. Vi abbiamo messi al corrente di quasi tutto, fra ospiti e chicche dallo studio di registrazione, cantanti ballerini, microfoni famosi e qualche strana incursione. stato un viaggio fatto anche insieme a voi. Questo viaggio da oggi ha un nome ed e’ tutto in un’immagine”. Poco prima di pubblicare foto e titolo del disco, che dopo il primo singolo “Life is sweet” sara’ anticipato da “L’amore non esiste”, dal 22 agosto in radio e store digitali, Daniele Silvestri commentava cosi’ in un post: “Missione compiuta. La prima fase, quella piu’ nascosta e “intima” (scrittura, esperimenti, poi registrazioni, arrangiamenti, missaggi..) si e’ appena chiusa. E a breve iniziera’ la seconda, diametralmente opposta, in cui ci affacceremo sul mondo per gettarvici dentro. E sara’ li’ che cominceremo a capire se la nostra piccola grande scommessa ha avuto senso o no. Anche se a dire il vero, per noi e’ gia’ ampiamente valsa la pena di farlo, e vi assicuro non era scontato”. “Da questi mesi di laboratorio musicale usciamo stanchi ma molto soddisfatti – ha scritto ancora il cantautore -, forse persino orgogliosi del nostro lavoro. Adesso io e i miei due colleghi capelloni ci prenderemo qualche giorno per ricaricare le batterie”.

“Il padrone della festa” uscira’ contemporaneamente anche in Francia, Germania, Spagna, Belgio, Olanda e Svizzera e da settembre la superband sara’ impegnata in tour: prima sui palchi europei (26 settembre in Germania a Colonia; il 27 a Berlino; il 30 a Parigi; il 1 ottobre a Londra; il 3 ottobre Bruxelles, il 4 Amsterdam, il 9 Valencia, il 10 Madrid, l’11 Barcellona), poi nei palasport italiani. Il 14 novembre Fabi, Silvestri, Gazze’ saranno a Rimini (105 Stadium), il 18 a Roma (Palalottomatica), il 21 a Modena (Palapanini), il 22 a Padova (Palafabris), il 24 a Milano (Mediolanum Forum), il 28 a Napoli (Palapartenope) il 3 dicembre a Firenze (Nelson Mandela Forum), il 5 a Torino (Palaolimpico). (ANSA).  Ovviamente l’autunno targato 2014 non si limita ai tre moschettieri delle note, ma si arricchisce anche con altre novità. Infatti aspettiamo anche la nuova produzione di Marco Ligabue, Grignani  e Mimmo Parisi. Quest’ultimo, cantautore bolognese con venature rock, ha già in circolazione un singolo che si chiama “Dammi una mano”.

I Dear Jack e le loro canzoni

Svelata la tracklist del disco dei Dear Jack: 8 canzoni in “Domani è un altro film”Dear Jack pronti al rilascio dell’album d’esordio: svelata la tracklist.

2 maggio 2014 di Cinzia Del Prete
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Le canzoni incluse nel disco d’esordio dei Dear Jack saranno in tutto 8, incluso il primo singolo Domani è un altro film, lanciato ad Amici di Maria De Filippi e presentato per la prima volta nel corso del quinto serale.
Il disco d’esordio della band dei Dear Jack, capitanata dal giovane Alessio, uscirà su etichetta Baraonda e conterrà 8 tracce delle quali è stato divulgato il titolo.

Il CD si apre con Domani è un altro film, la traccia che già conosciamo e che vanta la firma di Piero Romitelli e la produzione di Francesco Kekko Silvestre dei Modà. Sfumata l’ipotesi Sony Music: l’appoggio da parte di Alessandra Amoroso non significa che il gruppo faccia parte della sua stessa etichetta discografica.

La seconda traccia inclusa si intitola Ricomincio da me e poi c’è Irresistibile, seguita da Anima gemella. La quinta traccia si intitola Wendy e poi abbiamo Esisti solo tu e La pioggia è uno stato d’animo. Ultima traccia, ottava canzone del disco d’esordio dei Dear Jack, è Una lacrima.
I titoli dei brani hanno rapidamente fatto il giro del web: tanta è l’emozione di conoscere le canzoni esatte che andranno a comporre il primo disco del gruppo più amato di Amici 13 e ancor più forte è quella di poterlo acquistare tra pochi giorni, il 6 maggio. Altre notizie arrivano dal fronte bolognese. Qui, per l’autunno o per fine estate, si attende il nuovo album del cantautore Mimmo Parisi il quale, insieme a Marco Ligabue e Gianluca Grignani, ha licenziato come assaggio della nuova produzione, un singolo che, nel caso di Parisi, si chiama Dammi una mano.

Leonard Cohen news

 

Leonard Cohen

Leonard Cohen

Cantautore, poeta, scrittore. Canadese di nascita. Con la sua voce, sottile e incisiva come una rasoiata, ha scritto pagine fondamentali della storia musicale mondiale degli ultimi 50 anni, con pezzi come Suzanne, Hallelujah (di cui Bob Dylan eseguì una memorabile cover dal vivo nel 1988 e che nel 2001 fu inserita nella colonna sonora del film d’animazione Shrek) o, ancora, Avalanche, ispirando intere generazioni di artisti, da Nick Cave a Steven Patrick Morrissey degli Smiths, a Fabrizio De André. L’intramontabile Leonard Cohen torna, a due anni dall’ultimo lavoro (Old Ideas), con un album di inediti per l’etichetta Sony/Columbia, Popular Problems, il tredicesimo della sua lunghissima carriera, annunciato per il 23 settembre, appena due giorni dopo il suo 80esimo compleanno. Ma già da oggi è disponibile sulle maggiori piattaforme di streaming il brano Almost Like The Blues.
Un autoritratto di Leonard Cohen

Un autoritratto di Leonard Cohen

Nove in tutto le tracce inedite di Popular Problems: Slow, Almost Like The Blues, Samson in New Orleans, A Street, Did I Ever Love You, My Oh My, Nevermind, Born In Chains, You Got Me Singing.
 Gasport

La storia, in Italia, continua con il cantautore bolognese Mimmo Parisi. Per l’autunno, oltre alle gocce di pioggia per l’estate ormai fuori portata, aspettiamo di questo autore appassionato nuove canzoni. Come apripista conosciamo intanto le note e la storia di Dammi una mano, brano già presente sulla rete (anche con il video che possiamo vedere sul canale Youtube di Mimmo Parisi). Per quelli che, giustamente presi da attacchi di vacanzite acuta, non hanno avuto orecchi ed occhi per le novità, ricordiamo che Dammi una mano ha come tema principe, la disabilità. Soprattutto da parte di chi pensa che il mondo sia un luogo dove starsene senza essere convocati dai problemi veri.
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Fogerty forever

Ha invocato la pioggia di Woodstock e alla fine è arrivata. È figlio di quella generazione imbattibile, quella che ti fa dire “Ma come fa?”, suona con la facilità di chi non ha mai fatto altro ed è capace di far divertire chiunque
     
8 luglio 2014
                                                                                John Fogerty, foto Getty Images
Di Michele Primi
Ha invocato la pioggia di Woodstock e alla fine è arrivata. John Fogerty, 69 anni portati con grinta, capello tinto, voce intatta e camicia di flanella blu (in vendita nel merchandising), una raffica di chitarre Gibson, Fender e Ibanez con il volume alzato al massimo a tagliare assoli e una band di ragazzini (tra cui suo figlio Shane) che hanno imparato a suonare le canzoni dei Creedence Clearwater Revival prima di imparare a scrivere, ha rovesciato su Milano mezzo secolo di storia della musica popolare americana. Born on the Bayou, nato sul Bayou, il marchio di fabbrica delle paludi del Sud, tra Mississippi e Alabama, dove in realtà John non è nato, ma dove da sempre va a cercare le sue radici.
Come nel video di Mystic Highway dall’ultimo album del 2013 Wrote a Song for Everyone: lui a bordo di una Dodge rossa scassata in giro sulle strade dell’America profonda, tra boschi e pascoli, in mezzo ad altra gente vestita con la camicia di flanella come lui. John Fogerty in realtà è nato a Berkeley, è cresciuto nella San Francisco degli hippy e ha formato il suo spirito ribelle scappando dalla guerra in Vietnam, che lo ha lasciato vivo e con addosso solo la ferita della perdita di molti amici ed una canzone, Fortunate Son. Creedence era il suo compagno di scuola Creedence Newball, Clearwater la pubblicità di una birra, Revival tutto quello che aveva e che ha ancora da dire.
John Fogerty è figlio di quella generazione imbattibile, quella che ti fa dire “Ma come fa?”, suona con la facilità di chi non ha mai fatto altro ed è capace di far divertire chiunque, sia che si trovi davanti un raduno di cowboy del Texas che il pubblico inzuppato dell’Ippodromo di Milano. «Grazie per essere rimasti sotto la pioggia» dice dal palco. Non è mai stato qui, ma non importa. Come ha fatto il suo allievo prediletto Bruce Springsteen anni fa a San Siro sotto al diluvio (quando cambiò la scaletta per fare Who Will Stop the Rain dei Creedence), John ringrazia suonando ancora più forte: la pioggia comincia con Have You Ever Seen the Rain?, lui ha già fatto i classici Suzie Q, Green River e I Heard it Through the Grapevine e spara a raffica Down on the Corner, Up Around the Bend, Bad Moon Rising e Proud Mary, e poi se ne va. Senza aggiungere altro, perché di fronte alla storia non ce n’è bisogno.
La storia, in Italia, continua con il cantautore bolognese Mimmo Parisi. Per l’autunno, oltre alle gocce di pioggia per l’estate ormai fuori portata, aspettiamo di questo autore appassionato nuove canzoni. Come apripista conosciamo intanto le note e la storia di Dammi una mano, brano già presente sulla rete (anche con il video che possiamo vedere sul canale Youtube di Mimmo Parisi). Per quelli che, giustamente presi da attacchi di vacanzite acuta, non hanno avuto orecchi ed occhi per le novità, ricordiamo che Dammi una mano ha come tema principe, la disabilità. Soprattutto da parte di chi pensa che il mondo sia un luogo dove starsene senza essere convocati dai problemi veri.
                                                               Mimmo Parisi, foto Getty Images

L’estate con i Simple Minds

                                          La band attuale con Jim Kerr
Erano i famigerati anni ’80. Ci hanno spiegato, i dotti, che si veniva dagli anni di piombo di marca settantiana. Le rivoluzioni giovanili dei ’60 e ’70 avevano marchiato in modo indelebile il secondo ‘900. Il mondo era un subbuglio strepitoso, era tutto uno sparo: presidenti sparati a Dallas, uomini sparati sulla luna, uomini sparati per strada, Beatles sparati in America… Ora, negli ’80 e con quei trascorsi, la storia non poteva essere che in discesa: finalmente ricchi premi e cotillons! Niente più spari. Ma andò veramente così? Prendiamo come lente di ingrandimento la musica e, nella fattispecie, una band troppo avanti, tanto avanti che è rimasta indietro. Molti loro compagni di cordata sono ancora in auge perché il loro passo è lumacoso e chi sta intorno li sostiene ad ogni vagito gridando al miracolo. Loro no. I Simple Minds avevano munizioni buone e le hanno mandate fuori, nel mondo dotato di orecchie per sentire e menti per capire, but not simple minds!

I Simple Minds, come già gli svedesi Europe di Tempest (quelli di The Final Countdown, insomma), devono qualcosa a Mister David Bowie. Simple Minds è infatti un connubio di parole preso in prestito da un verso del Duca Bianco (i secondi invece, da una dichiarazione dello stesso Joey Tempest, devono a Space Oddity di Bowie l’ispirazione per la canzone dalle squillanti trombe epocali già citata). Ora, nel secondo decennio di questo millennio scontroso e arido di promesse, i Simple Minds, dopo alcune prove discografiche inaugurate nel post 1999 e che hanno contentato alcuni e scontentati altri, sono in giro con disinvoltura. Come è giusto che sia. A Ferrara hanno tenuto, nemmeno un mese fa, un concerto strepitoso all’insegna della ‘pazzia’ (così ha dichiarato un Jim Kerr allegro, usando un italiano stentato).

La band scozzese apre con l’energia mai sopita degli anni d’oro, investendo il pubblico con “Waterfront”. Smartphone e iPad si alzano al cielo, si vuole portare via gli istanti bloccati in quelle immagini estive di un evento eccezionale. Poi è la volta della recente “Broken Glass Park”, una delle incursioni dei Simple Minds nel repertorio meno lontano nel tempo. Quindi è la volta degli album storici “New Gold Dream” e “Once Upon a Time”, anticipati da una “Love Song” che riporta indietro di un bel po’ l’orologio di questi artisti. Non potevano mancare, in rapida successione, quattro “classici” immortali come “Mandela Day”, “Hunter and the Hunted”, “Promised You a Miracle” e “Glittering Prize”. Jim Kerr dialoga con il pubblico in estasi mistica. I suoi “evergreen” vengono affrontati, da un punto di vista vocale, con alterna fortuna ma sempre con grande carisma. A chiusura di questi appunti vale la pena segnalare come, in quegli anni da tutti ritenuti sbarazzini, i Simple Minds inizino a impegnarsi politicamente, alla stregua di Edoardo Bennato o De Gregori, o, per arrivare ai nostri tempi, il cantautore bolognese Mimmo Parisi che, in questa Italia che pare interessarsi solo di cose superficiale a cominciare dal proprio presidente del Consiglio (in arte Renzi il boy scout for all!), sembra uno dei pochi ad accorgersi dell’incapacità dei ‘responsabili’ inadatti a dare delle risposte. Kerr & company sostengono Amnesty International e producono concerti contro l’apartheid sudafricano. Proprio a questo momento storico appartiene l’album Street Fighting Years, comprendente il brano Mandela Day, scritto espressamente per il leader anti-segregazionista Nelson Mandela.

Massimo Albertini, webber

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