Siamo tutti dimenticabili, i 'grandi' li ricordiamo perchè bisogna portare a casa un bel voto da scuola.

Mese: Ottobre 2014

Fortis dice “Do l’anima”: ultimo album del cantautore di “Settembre”

Alberto Fortis, il 15 ottobre è stato presso la libreria Feltrinelli di Bologna, in piazza Ravegnana. Qui l’artista ha segnalato, nella sua presentazione, che erano ben 9 anni che non presentava brani nuovi. Infatti, la sua ultima vera fatica discografica risale a “Fiori sullo schermo futuro”, poi, 6 anni fa è stata la volta della raccolta “Vai protetto” e, infine, il live “Annapolis”.

Con questo cd, titolato “Do l’anima”, Alberto Fortis celebra 35 anni di carriera artistica, una celebrazione che da un punto di vista temporale gli è costato un periodo di tempo piuttosto lungo: quattro anni. Quattro anni che hanno dato come frutto 40 canzoni che il Nostro, in due mesi di scrematura, ha suonato e selezionato fino ad arrivare al numero giusto per questo cd di inediti; ecco i titoli:

Alla mia maschera 0:54

Tu lo sai (feat. Biagio Antonacci) 4:36

Mi fa strano (feat. Roberto Vecchioni) 4:40

Do l’anima 4:07

Infinità infinita 4:56

Aldilà 3:56

È Semplice 4:06

L’Attimo 4:05

Suzy 4:23

Principe 5:03

Buonamore 6:12

A dare lustro straniero a tutto l’insieme, cosa già invalsa da alcuni anni nel mondo della musica, c’è il chitarrista e arrangiatore americano Carlos Alomar che vanta collaborazioni prestigiose come, ad esempio, quella con Mister David Bowie. La produzione finale si avvale, oltre che dello stesso Alberto Fortis, di Lucio Fabbri. La copertina è emblematica: Fortis si toglie la maschera svelando sostanzialmente niente, visto che sotto il nascondimento nasconde… niente! Segnale, questo, che l’artista è un individuo sincero e che si propone per quello che è.

Hanno collaborato a “Do l’anima”, inoltre Biagio Antonacci e Roberto Vecchioni. Alla presentazione bolognese è intervenuto anche il cantautore bolognese Mimmo Parisi che oltre a portarsi a casa l’autografo di un collega che ha sempre ammirato, ha ricordato che nel 2010 ha fatto una cover di uno dei più popolari brani di Alberto Fortis, “Settembre”.

Do l’anima” è un titolo programmatico: ‘do’ e ‘la’ sono già musica, sono già note che si librano nell’aria ottobrina. I testi di questo album hanno il sapore e il valore dei suoi primi tempi artistici. I temi trattati danno importanza alla quotidianità, anche se guarnita di veli che sembrano non voler svelare tutto. In fondo è il segreto delle canzoni d’autore quella di lasciare che la luce non batta su tutto il paesaggio sonoro e poetico.

Il cantante, oltre alla presentazione del 15 ottobre alla Feltrinelli di Bologna, ha pianificato un vero mini tour per annunciare la buona novella: Milano e Torino (8 e 9 ottobre), alla Feltrinelli di Genova il 10 ottobre (Via Ceccardi 16 – ore 18.00), poi il 16 ottobre a Roma (via Appia Nuova 427 – ore 18.00). E’ il caso di ricordare che Alberto Fortis, da cantante schietto e spontaneo, promuove il suo lavoro non solo con illustrazioni verbali e ascolto del cd, ma, cosa veramente lodevole, anche accennando la melodia con voce a cappella. Su consiglio di Lucio Fabbri, la linea portata avanti da Alberto in questo nuovo lavoro è stata quella di privilegiare la melodia su tutte le altre sue indubbie capacità compositive. L’album è stato pubblicato il 30 settembre e presentato ufficialmente il 6 ottobre, al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano (Via Rivoli, 6).

 

Copertina di Alberto Fortis Quando un cantautore è davvero… Fortis!

Alberto Fortis

Reed, cantautore americano

Lou Reed, cantautore americano
 
Il 27 ottobre di un anno fa, Lewis Allan Reed, ovvero Lou Reed, lasciava il mondo che aveva conosciuto e combattuto. Il suo ultimo commento fu “Tomorrow I’m smoke”, “Domani sarò fumo“, una riflessione finale degna della sua penna caustica e poetica nello stesso tempo.

Lewis era nato a Brooklyn il 2 marzo del 1942. Il ragazzo nasce da famiglia bene, tuttavia la sua indole ribelle diventerà un problema per tutti, in primis per lui stesso. La scuola, l’autorità, il conformismo, la normalità e tutti quegli usi e costumi atti a forgiare un cittadino modello o perlomeno accettabile per la società, sono tutti enti sentiti da Allan come corde di canapa che gli sconvolgono le membra. Perchè essere inchiodato alla croce della società perbenista? Questo si chiede Lewis che sentiva di essere nato libero; non si sentiva una volpe con la zampa incastrata nella trappola dei cacciatori di frodo, bensì un ragazzo con tanti progetti di vita. Una vita a modo suo, ma una vita: d’altra parte cosa avrebbe dovuto programmare, una vita a modo d’altri?

Comunque sia e come c’era da aspettarsi, Lou Reed fu osteggiato nei suoi propositi personali. I suoi genitori tentarono di tutto: sedute con psicologi, elettroshock e quant’altro. I risultati furono distruttivi. Droghe varie e alcol diventeranno per Lewis i farmaci coi quali tentare un’auto medicazione nei momenti critici, ovvero tutti i giorni e tutti gli anni (esclusi i tentativi di ‘purificazione’ sanitaria fatti in qualche centro come già altri colleghi avevano tentato con alterna fortuna).

L’unico farmaco che riesce a sostenerlo è la musica, o, meglio, l’arte dell’esercizio del pensiero. Molti, parlando di artisti rock, citano la ‘musica salvatrice’, creando nel lettore confusione; la musica come esisteva all’epoca di Amilcare Ponchielli è un reperto superato, quindi si dica che è l’attività artistico/creativa che caratterizza personaggi come Lewis Allan Reed.

Lou Reed, insieme ai Velvet Underground, porta avanti un discorso rock particolarmente originale e fedele alle premesse. Nel 2003, il poeta Lou Reed con il doppio cd The Raven, rilegge a suo modo un altro poeta, Edgar Allan Poe. Ospiti pregiati di questo lavoro sono Ornette Coleman, David Bowie, Willem Dafoe.

In Italia, accostabili al suo approccio che predilige la poesia e la disillusione presi dal mondo della strada, troviamo diversi artisti che, in misura diversa, si sono ispirati alla sua figura: Edoardo Bennato con Un giorno credi, Ligabue con Urlando contro il cielo, Alberto Fortis con Milano e Vincenzo, Mimmo Parisi con Il grande cielo, Carboni con Inno nazionale e altri.

Vale la pena segnalare che, a omaggiare la memoria di Lou Reed, il 18 ottobre in Italia, precisamente al Teatro della Concordia di Montecastello di Vibio, si è esibito il bassista storico del cantautore americano, ovvero Fernando Saunders che ha eseguito alcuni brani di Reed. Il bassista, proprio grazie all’esperienza maturata con Lou, ha nel tempo poi collaborato con Marianne Faithfull, Steve Winwood, Eric Clapton, Jimmy Page, Joan Baez e persino Luciano Pavarotti.

Per dicembre sarà reso pubblico se il compianto Lou Reed, avrà la possibilità di apparire come personaggio nella famosa Rock And Roll Hall Of Fame. Parafrasando un adagio abusato, si potrebbe dire che la prima band non si scorda mai; la sua prima band si chiamava The Shades e Lou, l’anno scorso, vi è rientrato: per lui era arrivato il tempo di ritornare a essere ‘shade’, ombra.

 Diego Romero, giornalista web

Luciano saluta Medicina 33

 

Visti i tempi grami nel quale si dibatte la nazione Italia, nonché quella buona parte del mondo civile che dipende da una economia gravemente deficitaria, il passaggio di consegne da Luciano Onder ad un’altra conduzione del popolare programma,  porterebbe a dire che Medicina 33 passa a 32. Insomma qualcosa bisogna risparmiare. E’ già da qualche tempo che la notizia di Onder, orfano di Medicina 33, occupa supporti cartacei o virtuali. Parte da qui il tentativo da parte di chi scrive a segnalare con un 32 quel che rimane di Medicina 33, il programma post prandiale del post prandiale, per antonomasia e tradizione di lungo corso, appunto, ottimo Luciano Onder; il quale, tra l’altro, è dotato di un cognome che fa rima baciatissima con ‘stupore’, in inglese ‘wonder’.

Stupore per cosa poi? Sicuramente per il garbo d’altri tempi e per il conforto che il presentatore regala col tono della sua voce, pur trattando di patologie. Onder, quindi, come la speranza fatta conduttore e portatore di buone nuove sui farmaci che tolgono i malanni a chi ascolta mentre beve il caffè davanti alla tv. Al suo posto c’è già una curatrice del suo (ex) programma che sicuramente e senza dubbio, sarà brava. Tuttavia, Medicina 33, senza Onder, sarà per forza Medicina 32: si vuole almeno dare a questo signore il valore di 1? Quindi non si scappa, 33 meno 1 fa 32.

Quali i motivi dell’allontanamento dell’ottimo giornalista? Il direttore generale Rai Luigi Gubitosi hai reso noti i motivi che hanno portato al fine rapporto, nonchè al licenziamento del giornalista e conduttore televisivo dal Servizio Pubblico, citando limiti di età raggiunti (Onder ha 71 anni), e inoltre, l’asservimento a una legge che vieta la riassunzione di ex dipendenti Rai. Infatti, già in passato, il presentatore di Medicina 33 era stato dispensato dalla cura del programma e licenziato. In un secondo tempo, poi, fu riassunto con la titolazione di consulente esterno; lo stipendio assegnatogli in questa nuova veste era di cinquecento euro al mese: il suo compito consisteva nel produrre almeno quattro puntate del suo salottino medico-scientifico per la Rai.

Luciano Onder era andato in pensione nel 2008. Nel 2002, invece, era stato eletto vice del TG2 da Mauro Mazza, che allora era direttore. Quindi, ora, siamo all’ennesimo licenziamento. Tuttavia, questa volta, non è detto però, che la Rai possa non risentirne per il licenziamento del conduttore. Ci sono casi simili al suo che hanno visto perdenti quei dirigenti Rai che avevano appoggiato i licenziamenti. Quest’ultimi dirigenti, poi, sono stati forzati, dal giudice competente, a reintegrare ad esempio, Milo Infante, popolare giornalista e conduttore tv. Infante aveva protestato e fatto causa al Servizio pubblico perché, secondo il suo punto di vista, in una conduzione tv, era stato messo all’angolo su Rai Due. Milo ora, sempre su Rai 2, e dal 9 settembre conduce Senza peccati, un nuovo programma.

Ritornando ad Onder, pare che da Mediaset siano arrivate delle proposte. Così segnala Il Secolo XIX che riporta l’indiscrezione sul presentatore tv di Rai Due: “Mediaset – scrive il quotidiano – sarebbe già pronta a offrirgli una nuova collaborazione”. Al posto di Onder, ora, c’è Laura Berti. Non si sa se sia lei il professionista segnalato da Dagospia, il quale parlava di un contratto da 400.000 mila euro l’anno, che non è certo una cifra da spending review. Comunque sia, l’indiscrezione è partita qualche giorno fa, proprio da Dagospia, il noto blog di Roberto D’Agostino.

(A cura di Roberta Antelmi)

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