Siamo tutti dimenticabili, i 'grandi' li ricordiamo perchè bisogna portare a casa un bel voto da scuola.

Mese: Dicembre 2014

Paul Allen, cofondatore Microsoft e appassionato della Ricerca

Paul Allen, cofondatore di Microsoft
 
 

Paul Allen è famoso, oltre che per essere milionario, anche per le sue imprese eccentriche. Fra le sue ‘invenzioni’ c’è un museo del rock. Questo è stato progettato da Frank Gehry che gli ha dato la forma della chitarra di Jimi Hendrix. Poi si è interessato anche al progetto di una astronave privata: la prima della storia. E altro ancora. Sicuramente il denaro è un mezzo per elevarsi. Tuttavia, una volta che ci si è elevati, e il mondo è rimasto in basso con i suoi problemi, non bisognerebbe pensarsi fuori. Né limitarsi ad osservarlo. E Paul Allen non è rimasto a guardarlo. Il milionario ha reso noto (come riportato su archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/18), che ben metà della sua fortuna, ammontante a 13,5 miliardi di dollari, ha intenzione di devolverla in beneficenza. Paul segue, in questo, l’ esempio di altri filantropi miliardari. Qualche nome: Eli e Edythe Broad, John e Ann Doerr.

La più recente donazione è di 100 milioni di dollari per la ricerca su Ebola. A dire il vero l’imput verso l’attività filantropica gli è arrivato da Gates. Quest’ultimo ha già donato oltre 36 miliardi di dollari: non male per un ex compagno di scuola media e di invenzioni. Pur se Gates finisce sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per le sue crociate anti-Aids e anti-malaria, mentre Paul Allen viene definito dal Seattle Post Intelligencer come “filantropo eccentrico e locale”, bisogna pur tener presente che si è in presenza di un agone combattuto a colpi di beneficenza. La Ricerca, specialmente in terra italica, è un tema disatteso dai governi di tutti i colori; essa ha bisogno di sostegno economico: non ci possono essere grandi prospettive col microscopio del piccolo chimico.

In Italia non ci sono molti emuli di Paul Allen. Poche volte si leggono notizie di donazioni e sovvenzioni. All’inizio degli anni ’90, l’unica cosa che Silvio Berlusconi donò alla Ricerca (e agli italiani) fu un elenco di promesse (molte disattese) che andò a leggere diligentemente a Porta a porta. Eppure Berlusconi è il settimo in classifica tra i più ricchi in Italia. Non risulta nemmeno che, durante la sua Presidenza alla Camera, abbia mai devoluto o rifiutato lo stipendio presidenziale. D’altra parte, i politici tendono a disinteressarsi alla possibilità di livellare gli stipendi. Uno stipendio più contenuto darebbe, fra le altre cose, più risorse alla Ricerca. Certo, la buona volontà da parte di alcuni, come i parlamentari del M5s, c’è: ma se non diviene azione generalizzata il raccolto è magro.

Paul Allen, quindi, genio informatico ma anche filantropo. Pare che Paul non abbia parentele alle quali lasciare la sua speciale fortuna. Più precisamente, ha la madre e una sorella, tuttavia le ha già rese ultra ricche. Da un punto di vista sentimentale, è stato legato a varie stelline di Hollywood. Il progetto di famiglia più importante, probabilmente, l’aveva immaginato con la tennista Monica Seles, comunque non si sono sposati. Non ha eredi. Per alcuni, sarebbe questa condizione a spingerlo verso la beneficenza. A decidere per tutti, si è espresso Mimmo Parisi, cantautore e chitarrista rock, che ha detto “A noi fa piacere pensare che ci sia qualcosa di più profondo nell’atteggiamento che Paul mostra e riserva alla Scienza e, quindi, all’Uomo”.

Massimo Albertini, giornalista

Dal passato bussa Ben Hur

In Italia è arrivato un ospite, viene dal passato e si chiama Ben Hur: pronti i preparativi per il remake a Cinecittà. È di questi giorni la notizia sul kolossal che fece brillare, in passato, la stella di uno dei più rappresentativi attori mondiali, Charlton Heston. Il film è l’ultra conosciuto Ben Hur. Per il 26 febbraio del 2016 gli americani potranno armarsi di pop corn e voglia di cinema per gustarsi la nuova versione della pellicola. L’evento è senza dubbio di rilevante portata per la cinematografia. Tuttavia, per la terra italica in preda al tunnel della crisi economica, l’aspetto artistico non è l’unico ad attirare l’attenzione.

Infatti, negli studios di Cinecittà e già dal prossimo febbraio, la Metro Goldwyn Mayer sarà in attività affinché la distribuzione della pellicola sia pronta per il 2016. La scelta della location operativa italiana ha straordinariamente messo in moto un numero importante di individui. Attori? Gente che ama apparire? Persone che credono il set di Ben Hur l’ennesimo reality dove mettere in mostra le proprie (in)capacità? Può essere che ci siano tutte queste tipologie. Comunque quello che importa è rilevare come, in questo momento storico, l’aspetto “impiegatizio” momentaneo offerto dall’evento, pare addirittura superare il mito dell’apparire. In passato e in situazioni anch’esse economicamente sfortunate, la conquista del cestello delle comparse di Cinecittà è sempre stata praticata. Tuttavia, era sempre legata anche a un’inconscia speranza di essere notati, e qualcuno c’è riuscito. Questa volta la situazione sembra diversa.

Nei servizi dei vari tg è apparsa una marea di persone. A fare la fila c’erano individui dalle diverse età, culture, look, gusti. Interrogati sulla ragione della loro presenza, i più non hanno avuto alcuna esitazione a citare la mancanza di lavoro come principale imput. Alcuni ispiravano particolare simpatia. Quando l’addetto alle foto li metteva in posa, le aspiranti comparse sfoggiavano il loro miglior sorriso e si tiravano la giacca, come se l’essere scelti o meno dipendesse dal baluginio dei denti o dalla tiratina al capo di vestiario. Insomma, per un duro pretoriano di Roma nessuno si aspetta il sorrisino della prima comunione, o sì? In ogni caso, la partecipazione è veramente notevole. Quindi, per quanto limitato, un aiuto all’Italia dei disoccupati verrà dal mai dimenticato Ben Hur. Ben Hur ci salverà. Fin dove può.

La versione originale di quest’opera risale al 1959; il film fu vincitore di ben 11 premi Oscar. Ovviamente il remake si avvale di una nuova sceneggiatura, scritta da John Ridley. In estrema sintesi il film tratta della Gerusalemme in cui Ben Hur cresce. In seguito, quando la città è conquistata dall’Impero romano, Ben Hur incontra Gesù e si converte al Cristianesimo. Il nuovo Ben Hur sarà Jack Huston. Alla regia troviamo invece Timur Bekmambetov. Nel cast ci sarà anche l’ottimo Morgan Freeman. Tutto questo sarà possibile grazie e consequenziale alla pubblicazione del decreto ArtBonus, con un investimento di ben 150 milioni di euro da parte di Paramount e Metro Goldwyn Mayer. Mimmo Parisi, cantautore appassionato oltre che di musica anche di film validi, ha commentato che, quando l’opera sarà disponibile per la visione, “Molti ragazzi  che hanno apprezzato Il Gladiatore di Massimo Decimo Meridio, sicuramente troveranno in Judah Ben Hur un altro eroe collegato alla Roma dell’Impero e dei mantelli purpurei”. Non secondario, ha aggiunto il cantante rock, “Questo principe ebreo, tradito dal suo amico d’infanzia Messala, si sta mostrando insperato datore di lavoro”.

Carla Tedeschi, webber

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén