Siamo tutti dimenticabili, i 'grandi' li ricordiamo perchè bisogna portare a casa un bel voto da scuola.

Categoria: Dramma

‘Ti voglio bene come nei film’, il libro

'Ti voglio bene come nei film', a giorni la pubblicazione del romanzo
In attesa di vederlo nelle librerie, ecco i temi del nuovo libro di M. Parisi, Ti voglio bene come nei film.
La quarta di copertina di questo drammatico romanzo, parla di un amore nato sullo sfondo della più grande crisi economica dopo Wall Street del 1929, quella dei subprime del 2007. Due fratelli, Mirko e Fede, sono innamorati della stessa ragazza, Morgana.
Quest’ultima sceglie il secondo. Passa il tempo e i tre diventano adulti. A questo punto, Mirko decide di rinunciare definitivamente a quell’amore difficilissimo. Diventa missionario nel Sud Sudan.  Con l’arrivo nel 2007 della crisi economica mondiale, anche Fede che pure stava con Morgana, in preda a un tracollo finanziario e psicologico, parte come volontario laico per la stessa destinazione del fratello.
Purtroppo in Africa è contagiato dal temibile virus di Ebola. Intanto, un manipolo di ribelli prende in ostaggio la missione. Il loro capo costringe Mirko a una scelta drammatica: deve segnalare chi dei presenti sarà giustiziato, pena la morte per tutti. Fede, ormai terminale, prega il fratello di scegliere lui.
Gli altri leggeranno la drammatica selezione, come occasione per sgombrare il campo dal rivale in amore. Lo scrittore Mimmo Parisi, in questo suo imminente romanzo, si rivela abile nella realizzazione di una tessitura letteraria costituita da macrocosmo e microcosmo.
Questa prossima pubblicazione del romanziere bolognese, è sostanzialmente e logicamente collegata con il resto della sua produzione, visto che i temi cari alla sua poetica – l’analisi della società e la reattività dell’individuo ai problemi dell’esistenza – sono ancora una volta ben disegnati.

Frontex, Ong e scafisti

Frontex: "Le navi delle Ong? Taxi degli immigrati"

Foto ANSA

“In alcuni casi gli scafisti danno telefoni ai migranti con i numeri telefonici di alcune Ong. È quanto ci hanno raccontato gli stessi migranti”. Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ascoltato dalla Commissione Difesa del Senato, torna a denunciare collusioni tra Ong e scafisti. Le navi delle organizzazioni umanitarie nei fatti svolgono il ruolo di taxi per clandestini, come già riferito in precedenza dallo stesso Leggeri.

E ancora: “Altri testimoni indicano che libici in uniforme, che somigliano vagamente ad una Guardia costiera libica, sarebbero in contatto con Ong quando ci sono operazioni di soccorso: non si tratta di libici della Guardia costiera che noi formiamo, ma di libici che controllano una parte del territorio ad ovest di Tripoli”. Il numero uno di Frontex ricorda che l’invasione “incentivata” finisce per causare morti su morti. “È un fatto che nel Mediterraneo centrale si vive una situazione terribile e per certi versi paradossale, visto che aumenta il numero delle imbarcazioni che fanno soccorso e al tempo stesso cresce il numero delle vittime: più di 4.500 l’anno scorso, a fronte delle 2.800 del 2015″.

Da sottolineare l’anomalia dei “salvataggi” ormai appannaggio delle Ong, con un incremento certamente sospetto. È un “paradosso” che le Ong facciano così tanti soccorsi di immigrati in mare, “circa un terzo”, “quando non ci sono mai stati tanti così tanti mezzi pubblici dispiegati in mare da Ue e Italia: una cosa abbastanza strana“. Appunto. Del resto si tratta di flotte appositamente finanziate da “poteri forti” come per esempio lo speculatore George Soros.

Nulla di spontaneo insomma. “A partire dall’estate scorsa abbiamo costatato che il numero di soccorsi in mare da parte dalle Ong stava aumentando. Ora è di circa un terzo. La quota di Frontex in questo momento è del 12%, quella di Eunavfor Med circa del 10%. Quindi le Ong sono protagoniste, attori principali del soccorso in mare ed è una cosa sorprendente, perchè c’è un altissimo numero di mezzi marittimi pubblici in mare”. Leggeri descrive i mezzi (costosissimi) di cui dispongono le organizzazioni non governative: “8 navi nel Mediterraneo centrale più un aereo”. Il recupero degli immigrati avviene al largo della costa libica: “Prima i soccorsi avvenivano a metà strada tra Sicilia e coste libiche, oggi invece avvengono a 20-25 miglia nautiche dalle coste libiche, a volte anche in acque territoriali“.

Cara Fornero, io sono Bersani e abbiamo la stessa etica

 Bersani: cara Fornero, con lei si può parlare


Qualche giorno fa, quello che sembrava la parte più onesta del Pd, è stato ospite di Floris. Quest’ultimo lo ha fatto interloquire con la signora Fornero . A momenti si baciavano. Incredibile, la Fornero che è stata capace di combinare guai irrisolvibili agli italiani – più di Berlusconi che, va da se, non scherza – ha dichiarato che Bersani è una persona con la quale è possibile conversare. Lui idem.

Ma come spera quest’uomo di fare breccia negli elettori anti-Renzi? Doveva starsene zitto. E andarsene a casa. Come tutta la vecchia guardia dei partiti.  E la tv dovrebbe finirla di ospitare la Fornero (a proposito, quando si decideranno i giudici a chiedere i danni fatti al Paese, a lei e al suo compare Monti? ). Comunque e parlando di separazione, tanto tuonò che piovve. Alla fine lo psicodramma della scissione si risolve in una fuoriuscita di 20 deputati – forse meno – e 12 senatori.

Quanto basta per formare gruppi parlamentari, certo, ma alzi la mano chi prevedeva che a seguire  fossero 20 deputati (su 303) e 12 senatori (su 118). Soprattutto tenendo conto che le liste le fece proprio Bersani, che nel 2013 era il segretario del Pd. E’ vero che i gruppi bersaniani verranno rimpolpati da parlamentari che fanno riferimento ad Arturo Scotto , separatosi egli stesso da Sinistra Italiana: ma resta da vedere se due gruppi scissionisti faranno una forza coesa e soprattutto come.

Se  gli scissionisti di SI si affrettano ad annunciare in una conferenza stampa nel tardo pomeriggio alla Camera che  ci sarà un gruppo parlamentare con i fuoriusciti bersaniani e che dunque  Alfredo D’Attorre e Stefano Fassina tornano dalla stessa parte di Bersani e Speranza, è ancora da verificare quanti e chi li seguiranno. Non saranno pochi i travagli del neonato gruppo, che intende aprire un dialogo con Giuliano Pisapia per una “costituente progressista”, dato che i bersaniani sostengono il governo Gentiloni e gli scottiani no, nonostante le parole distensive di D’Attorre: possibile il sostegno al governo su alcuni punti. Ecco, mettiamo che il punto sia questo: quando si tratterà di votare il pacchetto sicurezza o il provvedimento sui voucher come si comporterà la nuova sinistra?

 

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