Nelle righe che scorrono veloci sulle pagine – la scrittura tersa e lucida dell’autore non cede a stilemi modaioli – i fan dello scrittore, bolognese di adozione ma originario di Ceglie Messapica (Br), troveranno spianato un plot narrativo di spessore. La figura del personaggio chiave è affidata a un protagonista dotato di nome singolare, Geq.
La lotta del protagonista
In estrema sintesi, il libro propone la storia di un individuo che usa tutto il suo valore per liberarsi da un fato svogliato e penalizzante. D’altronde, la presenza di un protagonista simile, è la cifra stilistica che da sempre – pur a volte nascosto fra le pieghe del raccontato – contraddistingue questo autore, del quale si ricordano pubblicazioni come Racconti di periferia; Sono tornati i Braccialetti rossi; Il figlio del drago; Ti voglio bene come nei film; etc.
“La stella di Geq” mette in campo una strenua lotta contro la società e la stessa natura. Quest’ultimo tema è inteso nel senso della ‘natura matrigna’ di leopardiana memoria. Come si ricorderà, essa per Giacomo Leopardi era sentita in decisa contrapposizione: uomo e natura meccanicistica non avevano niente da raccontarsi. Il protagonista del libro è affetto da disabilità: non può accusare nessuno di questo suo stato. Eppure riesce a trovare una soluzione vincente. Anche se, purtroppo, nell’epilogo della narrazione è costretto a rientrare nei ranghi di un destino sciagurato.