Paul Allen, cofondatore di Microsoft
 
 

Paul Allen è famoso, oltre che per essere milionario, anche per le sue imprese eccentriche. Fra le sue ‘invenzioni’ c’è un museo del rock. Questo è stato progettato da Frank Gehry che gli ha dato la forma della chitarra di Jimi Hendrix. Poi si è interessato anche al progetto di una astronave privata: la prima della storia. E altro ancora. Sicuramente il denaro è un mezzo per elevarsi. Tuttavia, una volta che ci si è elevati, e il mondo è rimasto in basso con i suoi problemi, non bisognerebbe pensarsi fuori. Né limitarsi ad osservarlo. E Paul Allen non è rimasto a guardarlo. Il milionario ha reso noto (come riportato su archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/18), che ben metà della sua fortuna, ammontante a 13,5 miliardi di dollari, ha intenzione di devolverla in beneficenza. Paul segue, in questo, l’ esempio di altri filantropi miliardari. Qualche nome: Eli e Edythe Broad, John e Ann Doerr.

La più recente donazione è di 100 milioni di dollari per la ricerca su Ebola. A dire il vero l’imput verso l’attività filantropica gli è arrivato da Gates. Quest’ultimo ha già donato oltre 36 miliardi di dollari: non male per un ex compagno di scuola media e di invenzioni. Pur se Gates finisce sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per le sue crociate anti-Aids e anti-malaria, mentre Paul Allen viene definito dal Seattle Post Intelligencer come “filantropo eccentrico e locale”, bisogna pur tener presente che si è in presenza di un agone combattuto a colpi di beneficenza. La Ricerca, specialmente in terra italica, è un tema disatteso dai governi di tutti i colori; essa ha bisogno di sostegno economico: non ci possono essere grandi prospettive col microscopio del piccolo chimico.

In Italia non ci sono molti emuli di Paul Allen. Poche volte si leggono notizie di donazioni e sovvenzioni. All’inizio degli anni ’90, l’unica cosa che Silvio Berlusconi donò alla Ricerca (e agli italiani) fu un elenco di promesse (molte disattese) che andò a leggere diligentemente a Porta a porta. Eppure Berlusconi è il settimo in classifica tra i più ricchi in Italia. Non risulta nemmeno che, durante la sua Presidenza alla Camera, abbia mai devoluto o rifiutato lo stipendio presidenziale. D’altra parte, i politici tendono a disinteressarsi alla possibilità di livellare gli stipendi. Uno stipendio più contenuto darebbe, fra le altre cose, più risorse alla Ricerca. Certo, la buona volontà da parte di alcuni, come i parlamentari del M5s, c’è: ma se non diviene azione generalizzata il raccolto è magro.

Paul Allen, quindi, genio informatico ma anche filantropo. Pare che Paul non abbia parentele alle quali lasciare la sua speciale fortuna. Più precisamente, ha la madre e una sorella, tuttavia le ha già rese ultra ricche. Da un punto di vista sentimentale, è stato legato a varie stelline di Hollywood. Il progetto di famiglia più importante, probabilmente, l’aveva immaginato con la tennista Monica Seles, comunque non si sono sposati. Non ha eredi. Per alcuni, sarebbe questa condizione a spingerlo verso la beneficenza. A decidere per tutti, si è espresso Mimmo Parisi, cantautore e chitarrista rock, che ha detto “A noi fa piacere pensare che ci sia qualcosa di più profondo nell’atteggiamento che Paul mostra e riserva alla Scienza e, quindi, all’Uomo”.

Massimo Albertini, giornalista