Colorado di Bizzarri e Kessisoglu

La comicità di «Colorado»? Tradizionale e non tiene d’occhio la Rete

Nella nuova stagione della trasmissione di Italia 1 la conduzione affidata a Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu

Anche la tv, nel suo piccolo, ha i suoi grandi interrogativi. Perché va ancora in onda «Colorado» mentre è stato chiuso «Zelig»? Perché non c’è più Paolo Ruffini? Perché la giovane Diana Del Bufalo non ha combinato più nulla di buono? Perché ora a condurre «Colorado» hanno chiamato Luca e Paolo? Perché i comici di «Colorado», salvo rare eccezioni, non fanno ridere? Perché il pubblico in sala è così di bocca buona?Mai e poi mai saremo in grado di rispondere e forse le domande sono troppo sfacciate. Qui si va solo per tentativi, per approssimazioni (Italia 1, mercoledì, 21.17). Potremmo cavarcela col sostenere che la comicità di «Colorado» è molto tradizionale, per non dire vecchia (il personaggio, il tormentone facile, la parodia…), fatica a intercettare quanto si sta muovendo sulla Rete: c’è quello che fa il gay, c’è Debora Villa che fa la ragazzina, c’è Pucci che racconta le vacanze a Ibiza, c’è Valeria Graci che prende in giro Federica Panicucci, c’è Leonardo Manera travestito da qualcosa…

«Colorado» nasce da un’idea di Diego Abatantuono, Piero Crispino e Maurizio Totti. L’idea era quella di farne una «cantera» per creare un giacimento di artisti pronti per occasioni diverse (teatro, cinema, tv, convention, villaggio vacanze…). Per dire, la Colorado film produce in collaborazione con Medusa il film «Belli di papà» di Guido Chiesa. Ed ecco che la trasmissione diventa un formidabile strumento per promuovere il film che ha fra suoi protagonisti Francesco Facchinetti!

La presenza di Pippo Lamberti, di Alessandro Bianchi, di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu ha evocato (si spera, almeno, fra gli spettatori più avvertiti) la straordinaria bravura dei «Cavalli marci» di Claudio «Rufus» Nocera. Ma erano altri tempi, si sbagliava da professionisti. A proposito di Luca e Paolo, per anni ho fatto fatica a capire chi fosse chi. Confondevo i nomi. Adesso non più. Paolo è quello bravo. Luca è quello che litiga con Gasparri.

(Articolo – di Aldo Grasso – scelto sulla rete  da Pietro Usai)