Siamo tutti dimenticabili, i 'grandi' li ricordiamo perchè bisogna portare a casa un bel voto da scuola.

Categoria: Immigrazione

Giornalisti e mass media in Polonia

 

Sei un giornalista? Tempi duri per te. Il presidente della Polonia, Andrzej Duda, ha ratificato un disegno di legge che impone un divieto di accesso nell’area di confine a giornalisti e operatori di organizzazioni non governative. Per entrare nella zona sarà necessario ottenere un permesso dalle Guardia di frontiera che potrà accordarlo “a sua discrezione”. La legge, riporta la stampa locale, è entrata in vigore al termine dello stato d’emergenza frontaliero che Varsavia aveva introdotto il 2 settembre in seguito a un aumento di migranti provenienti dalla Bielorussia.

Motivazioni pubblicate

Il ministro dell’Interno Mariusz Kaminski ha motivato la misura con “ragioni di sicurezza”. Rispetto all’area designata dallo stato d’emergenza, il nuovo provvedimento comprende più villaggi, ben 183, ed è profonda tre chilometri. Ieri, secondo la polizia, sono stati registrati 134 tentativi di accesso irregolare. Il garante per i diritti umani della Polonia ha contestato la legge, sostenendo che vieta il diritto all’informazione esercitato dai media e più in generale la libertà di movimento costituzionalmente riconosciuta, permettendo al ministero dell’Interno limitazioni a tempo indeterminato.

Le organizzazioni non governative hanno richiamato l’allarme sulla crisi umanitaria, dal momento che i profughi sono per lo più accampati all’aperto e in questi giorni sono in corso nevicate. Al confine, da novembre sarebbero arrivati oltre 5.000 migranti dalla Bielorussia secondo il governo polacco. Varsavia accusa Minsk di aver intenzionalmente facilitato la concessione dei visti dal Medio Oriente con l’obiettivo di fare pressioni sull’Unione Europea.

Di Battista criticato da Gruber e Mieli

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Se mai esistano parlamentari garbati, essi potrebbero eleggere come modello da imitare Di Battista. A Otto e Mezzo, condotto con alterna fortuna da una conduttrice spesso di parte, il rappresentante M5S è stato, ieri su La7, messo ai RX. Mieli, con cipiglio da paternale, è stato sempre a chiedere cosa proporrebbe il M5S per la tal cosa. A questo superato signore è sfuggito che tutti i politici, salvo alcuni, hanno sempre affermato di essere lì per il popolo facendo solo i fatti loro. Intanto guadagnavano, come probabilmente Mieli e Gruber, stipendi non proprio popolari. Il M5S solo per la caratteristica di guadagnare 1/4 degli altri sedicenti salva popolo, meriterebbero rispetto. Non dubbi e ironia mal nascosta.

Comunque, Alessandro Di Battista, ospite di Otto e Mezzo (La7), rispondendo a una domanda di Paolo Mieli ha criticato l’atteggiamento di Minniti e parlato del tema dei migranti: “Minniti è un ministro e sta dicendo solo ora queste cose, in vista della campagna elettorale. Io devo valutare anche gli anni di fatti dei governi a guida PD. Giustissimo fare i minuti di raccoglimento per le vittime ma io ho le scatole piene dei minuti di silenzio, dopo 3 anni che ogni proposta del M5S viene bocciata in parlamento”.

Frontex, Ong e scafisti

Frontex: "Le navi delle Ong? Taxi degli immigrati"

Foto ANSA

“In alcuni casi gli scafisti danno telefoni ai migranti con i numeri telefonici di alcune Ong. È quanto ci hanno raccontato gli stessi migranti”. Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ascoltato dalla Commissione Difesa del Senato, torna a denunciare collusioni tra Ong e scafisti. Le navi delle organizzazioni umanitarie nei fatti svolgono il ruolo di taxi per clandestini, come già riferito in precedenza dallo stesso Leggeri.

E ancora: “Altri testimoni indicano che libici in uniforme, che somigliano vagamente ad una Guardia costiera libica, sarebbero in contatto con Ong quando ci sono operazioni di soccorso: non si tratta di libici della Guardia costiera che noi formiamo, ma di libici che controllano una parte del territorio ad ovest di Tripoli”. Il numero uno di Frontex ricorda che l’invasione “incentivata” finisce per causare morti su morti. “È un fatto che nel Mediterraneo centrale si vive una situazione terribile e per certi versi paradossale, visto che aumenta il numero delle imbarcazioni che fanno soccorso e al tempo stesso cresce il numero delle vittime: più di 4.500 l’anno scorso, a fronte delle 2.800 del 2015″.

Da sottolineare l’anomalia dei “salvataggi” ormai appannaggio delle Ong, con un incremento certamente sospetto. È un “paradosso” che le Ong facciano così tanti soccorsi di immigrati in mare, “circa un terzo”, “quando non ci sono mai stati tanti così tanti mezzi pubblici dispiegati in mare da Ue e Italia: una cosa abbastanza strana“. Appunto. Del resto si tratta di flotte appositamente finanziate da “poteri forti” come per esempio lo speculatore George Soros.

Nulla di spontaneo insomma. “A partire dall’estate scorsa abbiamo costatato che il numero di soccorsi in mare da parte dalle Ong stava aumentando. Ora è di circa un terzo. La quota di Frontex in questo momento è del 12%, quella di Eunavfor Med circa del 10%. Quindi le Ong sono protagoniste, attori principali del soccorso in mare ed è una cosa sorprendente, perchè c’è un altissimo numero di mezzi marittimi pubblici in mare”. Leggeri descrive i mezzi (costosissimi) di cui dispongono le organizzazioni non governative: “8 navi nel Mediterraneo centrale più un aereo”. Il recupero degli immigrati avviene al largo della costa libica: “Prima i soccorsi avvenivano a metà strada tra Sicilia e coste libiche, oggi invece avvengono a 20-25 miglia nautiche dalle coste libiche, a volte anche in acque territoriali“.

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